Padel e infortuni
- 1 Padel: partiamo dalle basi
- 2 Le note dolenti del Padel
- 3 Prevenire è sempre meglio di curare
- 4 Gli infortuni più comuni: spalla
- 5 Gli infortuni più comuni: gomito
Padel: cos'è?
Il padel (dallo spagnolo pádel, a sua volta dall’inglese paddle) è uno sport con la palla di derivazione tennistica. Si pratica a coppie in un campo rettangolare e chiuso da pareti su quattro lati, con l’eccezione delle due porte laterali d’ingresso
Il gioco si pratica con una racchetta dal piatto rigido con cui ci si scambia una pallina uguale a quella da tennis, ma con una pressione interna inferiore, che permette un maggior controllo dei colpi e dei rimbalzi sulle sponde.
La peculiarità più importante che differenzia il padel dalle altre discipline di derivazione tennistica è il fatto che le pareti delimitanti il fondo campo fanno parte dell’area di gioco, quindi se la palla rimbalza sulle pareti può essere respinta con la racchetta. Per la regola che contempla le pareti valide quando rimbalza la palla, questa specialità è simile alla “pallacorda”, o “court paume” o “real tennis” o “court tennis”.
Nella ormai totalità dei campi, le pareti sono di vetro per far vedere al pubblico le azioni di gioco. Nel “campo panoramico” i portanti centrali dei vetri posteriori sono sostituiti con ganci molto piccoli per una maggiore visuale.
Il campo è lungo 20 m e largo 10 m, con parete delimitante alta 3 m su gran parte dei lati e 4 m sulla parete di fondo. Le porzioni di parete più a ridosso della rete sono costituite da una griglia metallica che rende imprevedibile il rimbalzo, mentre i restanti pannelli sono generalmente in vetro.
Per iniziare, il punto si batte dietro la propria linea di servizio, da sotto (a differenza del tennis) e facendo rimbalzare la pallina prima per terra. Il servizio deve seguire una traiettoria diagonale verso l’opposta area di battuta dell’avversario, colpendola di dritto o di rovescio. Con l’eccezione della risposta, i giocatori possono colpire la palla prendendola al volo o dopo il primo rimbalzo sul proprio campo; la pallina può colpire qualunque numero di sponde dopo il primo rimbalzo, ma un secondo rimbalzo a terra decreterà il punto per l’avversario, come nel tennis. In virtù di questa regola, ai giocatori è permesso di uscire dall’area di gioco per recuperare la pallina prima che effettui il secondo rimbalzo. Inoltre, i giocatori possono mandare la palla contro la porzione di vetro della parete della propria metà campo affinché la palla passi sopra la rete verso il campo dell’antagonista. Una volta superata la rete, la palla deve sempre rimbalzare prima per terra per essere in gioco, dunque non può toccare al volo la parete delimitante la metà campo dell’avversario, perché in quel caso verrebbe considerata fuori.
Padel: Storia
Nel 1962 ad Acapulco, il messicano Enrique Corcuera, volendo costruire un campo da “pop tennis” nel cortile della propria abitazione ed essendoci dei muri proprio a ridosso dello spazio disponibile per tracciare il campo, concepì l’idea di considerare i muri come parte integrante del campo di gioco. Corcuera poi regolamentò il nuovo gioco e lo chiamò padel. Nel 1991 a livello mondiale è nata per gestire i vari tornei gestito la “Federazione Internazionale Padel” o “International Padel Federation”.
Padel e infortuni
Il padel necessità principalmente della condizione fisica (forza esplosiva, resistenza, velocità, agilità), unita a coordinazione, abilità tattico-cognitive, sensibilità della palla e una buona tecnica nel “colpo”, ma la forza mentale è di cruciale importanza per diventare un giocatore di un certo livello.
Non essendo uno sport di contatto, non è considerato uno degli sport rischiosi. I requisiti aerobici e anaerobici del padel, combinati con la varietà dei colpi, si traducono in un profilo di infortuni simile al tennis (Pluim BM, et al. 2006). I continui cambi di direzione, gli sprint veloci ed improvvisi, i movimenti bruschi di arresto e ripartenza e i colpi ripetuti provocano infortuni acuti e/o lesioni e disturbi cronici: a seconda degli studi, la probabilità di lesioni è compresa tra 0,04 e 3 lesioni per 1000 ore di gioco.
Nel corso degli ultimi anni, la popolarità del padel ha fatto si che anche gli articoli e gli studi scientifici sugli infortuni di questo sport, si moltiplicassero. La maggior parte dei lavori pubblicati riguarda il sistema muscolo-scheletrico (82%). Diversi studi hanno concluso che l’estremità inferiore è la zona più frequentemente infortunata, seguita dall’arto superiore, dal tronco e per ultima la testa:
- arti inferiori (59%)
- arto superiore (26%)
- tronco (13%)
- testa (2%)
Nell’estremità inferiore, la caviglia (30%) e la coscia (13%) sono le più frequentemente colpite; la spalla e il gomito mostrano la più alta frequenza nell’arto superiore e la parte bassa della schiena era la parte del corpo più danneggiata nel “core” centrale.
Le lesioni muscolari erano il tipo più comune di lesione, seguito da infiammazioni e distorsioni.
Gli infortuni acuti per strutture corporee coinvolgono per più di un terzo i legamenti (36%), seguiti dai muscoli (32%) e dai tendini (10%).
Per quanto riguarda le lesioni croniche circa due terzi degli infortuni (63%) è a carico dell’arto superiore, di cui le patologie più comunemente riscontrate negli arti superiori:
- lesione della cuffia dei rotatori;
- sindrome da conflitto (impingement);
- lacerazione antero-posteriore del labbro glenoideo superiore (SLAP);
- epicondilite del gomito.
- tendinopatie e lesioni da stress del polso.
Padel e prevenzione
Può essere utile effettuare una preparazione atletica e sport-specifica con degli esercizi di condizionamento e rafforzamento specifici degli importanti segmenti muscolari, aiutando così a integrare il core ed il pattern motorio per garantire una competizione senza infortuni
Questi esercizi includono ad esempio:
- lo squat per rafforzare la gamba, per reclutare la forza e per assorbire i sovraccarichi;
- rotazioni del tronco;
- stabilizzazione del cingolo scapolare;
- co-contrazioni di spalle e polsi.
Il padel è uno sport che ha sempre più praticanti.
Sebbene gli infortuni subiti dai giocatori si ritrovino anche in altri sport, il fatto che si giochi tutto l’anno, le attrezzature utilizzate e la biomeccanica tecnico-specifico, porta ad una gamma unica di lesioni.
Le lesioni acute sono le più frequenti e più spesso colpiscono gli arti inferiori; si verificano anche lesioni croniche, ma queste tendono a colpire l’estremità superiore.
Comprendere come l’attrezzatura da padel, la catena cinetica dei pattern motori e i colpi influenzino la fisiopatologia di queste lesioni comuni può aiutare a trattarli con successo.
Inoltre, i programmi di prevenzione specifici per il padel e che affrontano gli squilibri muscolari identificati negli studi di profilo muscoloscheletrico dai giocatori possono aiutare a ridurre l’incidenza delle lesioni che questi atleti subiscono.
Padel e infortunio alla spalla
Gli infortuni acuti della spalla rappresentano il 12,5% delle lesioni acute, è la terza area del corpo più colpita ed è il segmento dell’arto superiore più vulnerabile, con frequenza molto maggiore negli uomini rispetto alle donne a causa della potenza espressa nei colpi. Infatti l’infortunio alla si manifesta prevalentemente dopo movimenti incontrollati e potenti e porta all’infiammazione dei tendini o a problemi muscolari: la probabilità di avere una lesione tendinea o una lesione muscolare, è statisticamente uguale, seguite da sub- o lussazione della gleno-omerale.
I traumi da sovraccarico della spalla rappresentano più di un quarto della totalità degli infortuni cronici sono tipicamente infiammazioni dei tendini (21%) della cuffia dei rotatori e del capo lungo del bicipite spesso secondari non solo a richieste ripetitive concentriche ed eccentriche sulla cuffia dei rotatori,ma anche a una sotto stante ipermobilità e a un’eccessiva lassità dell’articolazione gleno-omerale.
Gli elevati livelli di controllo muscolare necessari per mantenere la stabilità dell’articolazione della spalla durante i colpi del Padel ed il fatto che il moderno modo di giocare sia caratterizzato principalmente da diritto, sono causa di uno squilibrio muscolare tra la cuffia dei rotatori posteriore (rotatori esterni) in confronto ai rotatori interni.
Questa scoperta, insieme ai resoconti sulle disfunzioni scapolari e la debolezza muscolare della schiena e del torace, riscontrata da valutazioni sui giocatori di élite, ha portato a raccomandare esercizi di prevenzione al fine di aumentare la stabilizzazione posteriore della cuffia dei rotatori e della scapole.
Esercizi per la prevenzione degli infortuni sulla spalla:
- rotazione esterna con braccio addotto e gomito flesso a 90°
- estensione con gomito esteso e braccio addotto c/resistenza
- abduzione orizzontale da prono c/resistenza
- rotazione esterna da prono con braccio flesso a 90 ° e abdotto a 90°
- rotazione esterna con resistenza elastica e stabilizzazione scapolare
- rotazione esterna in piedi a 90° di abduzione contro resistenza
- dentato anteriore (pugno) c/resistenza elastica
- “canottaggio” seduto di pallone “Bobath”
- vogatore
Padel e infortunio al gomito
Le comuni lesioni del gomito nei giocatori di padel comprendono l’epicondilite e l’epitrocleite.
La tendinopatia laterale del gomito (epicondilite) colpisce tutti i tipi di giocatori. I principianti tendono a colpire i loro colpi di rovescio con i polsi in una posizione più flessa, mentre i giocatori di alto livello hanno un aumento dell’estensione del polso poco prima del contatto con la palla.
I giocatori meno esperti esibiscono sostanziali contrazioni eccentriche dei muscoli estensori, causando il ripetitivo microtrauma.
La maggior parte dei lavori scientifici pubblicati riguarda il sistema muscolo-scheletrico (82,17%), di cui il 65% ha riguardato l’articolazione del gomito: un quarto delle lesioni gravi (da 1 a 6 mesi) riguarda infortunio al gomito, e risultano essere circa il 20% degli infortuni cronici e recidivanti, a livello dei tendini degli epicondilo laterale e mediale.
La percentuale è molto più alta negli uomini rispetto alle donne proprio a causa del torque di forza maggiore nei colpi, dove, in assenza di un corretto pattern motorio coordinato e potente, il gomito si lateralizza in varo o valgo ad ogni colpo effettuato dal giocatore. Nonostante questo solo lo 0,3% riguarda una sofferenza delle cartilagini del gomito.
Per quanto riguarda infortuni e lesioni acute ad essi correlate, il gomito risulta essere tra i segmenti corporei più colpiti, secondo solo alla caviglia, mentre risulta al primo posto per quanto riguarda lesioni tendinee.
La diagnosi viene effettuata mediante un esame obiettivo, sebbene la risonanza magnetica possa confermare la diagnosi.
La “morbidezza” dell’epicondilo alla palpazione, il dolore e/o la debolezza muscolare in estensione del polso e supinazione dell’avambraccio sono tipici segni nella tendinopatia laterale del gomito, mentre il dolore e/o debolezza muscolare in flessione del polso e pronazione dell’avambraccio sono classici nella tendinopatia del gomito mediale.
La frequenza del gioco, il materiale e l’età (in particolare la degenerazione dell’apparato muscolo-tendineo), giocano un ruolo decisivo nello sviluppo del danno da sovraccarico al gomito. In questo studio, almeno il 20% dei giocatori, con un’età media di 47 anni, ha sviluppato problemi al gomito.
Le maggiori cause dello sviluppo di infortuni o patologie croniche, sono elencati statisticamente in ordine decrescente:
- la quantità limitata di movimento della spalla
- un adeguamento riscaldamento pre-allenamento o pre-partita
- la scelta del materiale tecnico.
La maggior parte dei pazienti con tendinopatia del gomito risponde bene al riposo e alla fisioterapia, stretching e rafforzamento eccentrico, in aggiunta a modalità locali di terapia fisica, come il massaggio a trasverso profondo e l’elettrostimolazione.
Esiste la possibilità di prevenire i problemi cronici al gomito con esercizi di stretching che forniscono un aumentato raggio di movimento dell’articolazione della spalla e riducono quindi il rischio di infortuni da sovraccarico.
Il rinforzo contro resistenza può essere efficace quando gli atleti tornano a giocare.
Le continue recidive di infortunio possono inoltre giustificare un’iniezione di corticosteroidi. Sebbene gli studi non abbiano generalmente mostrato alcun beneficio a lungo termine per quanto riguarda la guarigione dei tendini, un’iniezione di corticosteroidi può ridurre sostanzialmente i sintomi acuti, mentre non sono ancora chiari i benefici di trattamenti come il plasma ricco di piastrine (PRP).
Quando la gestione non chirurgica fallisce, la chirurgia può avere successo nella maggior parte dei casi, con l’eliminazione del tessuto angio fibroblastico patologico e/o la riparazione dell’inserzione prossimale del tendine.
I programmi di riabilitazione e prevenzione per il gomito nei giocatori consistono negli esercizi di allenamento specifici per la forza resistente ed esplosiva, sia locali che dell’intera catena cinetica, partendo dall’appoggio del piede, alla flessione del ginocchio al core stability fino agli arti superiori.
Questi esercizi includono ad esempio:
- lo squat per rafforzare la gamba, per reclutare la forza e per assorbire i sovraccarichi;
- rotazioni del tronco;
- stabilizzazione del cingolo scapolare;
- co-contrazioni di spalle e polsi.
Inoltre bendaggi funzionali, kinesio-taping, diatermia e terapia manuale sono di primaria importanza sia per la prevenzione degli infortuni, che delle recidive, che nella gestione del giocatore infortunato.