Gli infortuni e la guarigione

La frattura del polso: riabilitazione ed esercizi

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Scopriamo come recuperare al meglio e velocemente dopo una frattura del polso

La frattura del polso

Le fratture del polso, ovvero delle estremità distali del radio e più raramente dell'ulna, rappresentano circa il 17% delle fratture totali trattate in pronto soccorso (Kulej M., et al., 2008). Sono spesso causate da traumi a bassa energia con la mano flessa in posizione di difesa. L'età più colpita è quella intorno ai 60 anni con una maggiore incidenza nel sesso femminile (60%). Fino ai 30 anni l'incidenza è maggiore nel sesso maschile come conseguenza di incidenti sportivi, stradali o traumi da caduta (Anwar F., et al., 2009); tra i 30 e i 50 anni i due sessi si equivalgono fino ad essere 7 volte superiore nelle donne dopo i 60 anni, complice l'osteoporosi post-menopausa e la frequenza delle cadute (Gnudi S. et al., 2002; Clayton RA., et al., 2009).

I tipi di frattura del polso

Esistono vari modi di classificare le fratture del polso e la seguente si basa sulle caratteristiche radiografiche della frattura (Classificazione AO, Arbeitsgemeinschaft Osteosynthesefragen, Muller ME et al., 1993):

  • Fratture extra-articolari (tipo A), non coinvolgono le articolazioni radio-carpica né la radio-ulnare:
    • A1: frattura extra-articolare dell'ulna con radio integro;
    • A2: frattura extra-articolare semplice del radio;
    • A3: frattura extra-articolare pluriframmentata del radio.
  • Fratture articolari (tipo B), interessano una parte soltanto della superficie articolare:
    • B1: frattura sul piano sagittale del radio (stiloide);
    • B2: frattura del margine dorsale del radio;
    • B3: frattura del margine volare del radio.
  • Fratture articolari complete (tipo C), fratture in cui la superficie articolare è interrotta e separata dalla diafisi:
    • C1: fratture del radio articolari semplici e metafisarie semplici;
    • C2: fratture del radio articolari semplici e metafisarie complesse;
    • C3: fratture del radio articolari pluriframmentarie.

Esiste inoltre una classificazione eponimica molto diffusa di alcune tipologie di fratture:

  • 1. Frattura di Colles:
    • interessa la metafisi, con la superficie articolare intatta, e nel 50% dei casi con frattura dello stiloide ulnare;
    • tipo di frattura più comune dovuta ad una caduta a mano aperta in estensione di polso;
    • può avvenire a qualsiasi età ma più frequente negli anziani e nelle donne.
  • 2. Frattura di Smith (o Colles inversa):
    • stessa zona della frattura di Colles
    • si verifica dopo una caduta all'indietro con mano aperta e polso in estensione, con lo spostamento in avanti del segmento rotto;
    • meno frequente della precedente.
  • 3. Frattura di Barton:
    • interessa la parte distale del radio, con dislocazione dell'articolazione radio-carpica;
    • solitamente si verfica con la frattura dello stiolide radiale.
  • 4. Frattura di Chauffer (o di Hutchinson):
    • causata da una compressione dello scafoide che provoca la frattura dello stiloide radiale;
    • caduta con braccio esteso e la mano in deviazione esterna.
  • 5. Frattura “die Punch”:
    • interessa l'osso semilunare nella zona articolare della radio-carpica

Come trattare una frattura del polso

L'obiettivo del trattamento di una frattura del polso è il ripristino della corretta anatomia per ottimizzare la fisiologia articolare post-traumatica. Il raggiungimento del miglior risultato funzionale possibile è la priorità di ogni tipo di intervento, sia esso conservativo, chirurgico o riabilitativo. Molto spesso il risultato delle indagini diagnostiche per immagini, anche se eccellente, non è correlato in modo equivalente al risultato funzionale. Dal punto di vista chirurgico, la scelta per l'approccio varia a seconda delle caratteristiche del paziente e le opzioni sono le seguenti:

  • apparecchio gessato;
  • fili percutanei e apparecchio gessato;
  • fissazione esterna;
  • riduzione a cielo aperto;
  • innesto osseo;
  • tecniche miste.

La tendenza attuale è l'utilizzo di metodiche meno invasive che riducono il tempo di recupero ed ottengono il miglior risultato funzionale possibile dell'articolarità del polso (Keast-Butter O., et al., 2008).

La riabilitazione dopo una frattura del polso

La funzionalità del polso e della mano è essenziale per la vita quotidiana ed è necessaria una particolare cura per evitare di compromettere l'integrità di queste strutture. Oltre all'ampiezza del movimento (AROM e PROM) e alla forza, al fine di un recupero completo è imprescindibile porre attenzione al ripristino delle sensibiltà discrimativo-tattili, alla propriocezione e agli esercizi di abilità. Il polso e la mano sono costituiti da uan serie di articolazioni che lavorano insieme per la massima mobilità e duttilità funzionale. La sola immobilità può determinare rigidità articolare, contratture, e perdita dell'effetto tenodesico.
Alcuni studi ormai datati (Vidal, Allieu, 1972; Nelson, Manske, 1993) hanno calcolato che dopo una frattura del polso solo il 22% dei casi ritorna alla normale escursione articolare e, nonostante questo, i pazienti avvertono ugualmente un deficit di performance. Questo avviene poiché le articolazioni mediocarpica si adattano rapidamente alla nuova situazione con movimenti di compenso.
Ecco quindi la necessità di un intervento riabilitativo mirato precoce, qualsiasi sia il tipo di trattamento ortopedico. La riabilitazione non deve assolutamente essere mirata a sfruttare i meccanismi di compenso, ma deve porre la propria attenzione principalmente all'articolazione radio-carpica, al fine di evitare le aderenze che si formano nei postumi del trauma. Inoltre è necessario porre attenzione alle articolazioni prossimali o distali che possono sviluppare rigidità, a partire dalla scapolo-omerale fino alle interfalangee distali.
Il trattamento riabilitativo è ovviamente diversificato e personalizzato in base all'età e alla tipologia del paziente, al tipo di lesione ed anche al tipo di trattamento ortopedico.

Frattura del polso: gli esercizi per la riabilitazione

1. Mobilità:

  • Flessione ed estensione di gomito: in posizione eretta, con il braccio di lato al corpo, piegare ed estendere il gomito più ampiamente possibile.
  • Flessione ed estensione di polso: in appoggio con l'avambraccio su un tavolo, con la mano oltre il bordo ed il palmo rivolto verso il basso, muovere lentamente il polso in flessione ed in estensione il più ampiamente possibile.
  • Pronazione e supinazione del polso: in appoggio con l'avambraccio su un tavolo, con la mano oltre il bordo. Iniziare con il palmo verso l'alto e ruotare il polso al massimo in pronazione (internamente) e poi in supinazione (esternamente).
  • Deviazione ulnare e radiale del polso: in appoggio con l'avambraccio e la mano su un tavolo, con il palmo rivolto verso il basso. Senza muovere l'avambraccio, spostare lentamente la mano da un lato all'altro tenendola appiattita sul tavolo.

2. Rafforzamento:

  • Bicipite: sostenere il gomito dell’arto interessato con la mano opposta. Lentamente flettere il gomito il più possibile e successivamente estenderlo al massimo, con un peso in mano.
  • Flessori del polso: appoggiare l’avambraccio sul tavolo con la mano oltre il bordo ed il palmo rivolto verso l’alto. Contro nel palmo della mano, sollevare lentamente il polso al massimo del movimento.
  • Estensori del polso: appoggiare l’avambraccio sul tavolo con la mano oltre il bordo ed il palmo rivolto verso il basso. Contro resistenza elastica sul dorso della mano, sollevare lentamente il polso al massimo del movimento.
  • Pronazione/supinazione: appoggiare l’avambraccio sul tavolo con la mano oltre il bordo. Iniziare con il palmo della mano rivolto verso il basso ruotando il più possibile verso l’esterno (supinazione) e successivamente verso l’interno (pronazione), con in mano ad un bastone o un martello.

3. Stretching:

  • Estensori del polso: estendere completamente il gomito e, con il palmo rivolto verso il basso, afferrare la mano con l’altra. Tirare il polso verso il basso il più possibile. Lo stretching deve essere avvertito a livello della parte alta dell’avambraccio.
  • Flessori del polso: estendere completamente il gomito e, con il palmo rivolto verso l’alto, afferrare la mano con l’altra. Tirare il polso verso il basso il più possibile. Lo stretching deve essere avvertito a livello della parte bassa dell’avambraccio.

Consigli e controindicazioni

La nostra mano occupa la porzione più grande a livello dell'Homunculus Corticale, essendo questa molto duttile e sofisticata: infatti incorre velocemente e facilmente in compensi motori adattivi che non sempre poi risultano essere funzionali.
Nel caso quindi di una frattura del polso, la controindicazione principale è la riabilitazione “Fai da te” o guidata da google: il consiglio è di rivolgersi a uno specialista della riabilitazione della mano, specifico, poiché questa abbisogna di studi e corsi appositi per essere valutata, approcciata e trattata. Solo sotto stretta indicazione del medico, sarà utile ricorre all'utilizzo di eventuali attrezzature per il sostegno del polso.

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