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        La pubalgia: le cause, i sintomi e la cura

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        Spesso sottovalutata, almeno nelle prime fasi, la pubalgia può rivelarsi molto dolorosa e capace di costringere gli atleti a lunghi periodi di fermo. Il primo passo per liberarsene? Riconoscere immediatamente i sintomi! Proviamo quindi a conoscerla meglio: ecco le cause, i sintomi e le cure della pubalgia.

        Cos'è la pubalgia

        Sentite un dolore insistente nell'interno coscia o nella zona del pube? Attenzione: potrebbe trattarsi di pubalgia tendinea! Questa sindrome può risultare davvero problematica: se trascurata, infatti, diventa cronica e rende praticamente impossibile praticare ogni tipo di sport. La pubalgia è attualmente distinta in tre tipologie:
        • Tendinopatia inserzionale - quando la pubalgia è causata da microtraumi ripetuti a carico dei muscoli adduttori della coscia e dei muscoli addominali.
        • Sindrome sinfisiaria - quando la pubalgia è causata da microtraumi indotti dai muscoli adduttori che, allungandosi in modo non bilanciato fra gli arti, creano una sorta di cedimento a livello della sinfisi.
        • Sindrome della guaina del retto addominale - quando la pubalgia è causata dal gesto del calciare, durante il quale si ha una forte tensione a livello della muscolatura addominale. Questa tensione può portare ad una fissurazione della fascia superficiale con conseguente stiramento e compressione a carico del nervo perforante.

        Sintomi della pubalgia

        Come abbiamo già sottolineato, il modo migliore per contrastare la pubalgia e liberarsene in fretta è riconoscerla fin dai primi sintomi, così da evitarne l'aggravarsi. Come si capisce di soffrire di questa sindrome? Fortunatamente, i sintomi della pubalgia sono abbastanza caratteristici: comincia tutto con un dolore situato nella zona pubica che si irradia poi fino all'interno coscia e, nei casi più rari, può coinvolgere anche la zona retropubica, creando fastidi nel momento dell'urinazione. Inizialmente, il dolore si fa sentire al momento del risveglio e dell'inizio dell'attività fisica. Finché questi sintomi tendono a sparire con il movimento, si tratta di una leggera degenerazione dovuta a sovraccarico: il momento giusto per intervenire ed eliminare il problema. Nei casi più gravi, spesso quando l'atleta ha scelto di stringere i denti e ignorare le avvisaglie, si arriva ad un dolore acuto e persistente nella zona del pube che si fa sentire maggiormente nei momenti di sforzo e quando si compiono movimenti bruschi. Credete di avere i sintomi della pubalgia? Provate a esercitare pressione sulla zona del pube: se sentite un dolore, anche leggero, fatevi visitare da un professionista!

        Cause della pubalgia

        Quali sono le cause della pubalgia? A volte può essere davvero difficile stabilirlo, dato che alla base di questa dolorosa sindrome possono esserci problemi posturali, errori nell'allenamento o irregolarità nel terreno di gioco. Ciò su cui quasi tutti gli esperti concordano, però, è che la causa della dolorosa pubalgia sia un sovraccarico funzionale associato ai microtraumi ripetuti nel tempo o, detto più semplicemente, un allenamento eccessivo o troppo intenso, caratterizzato da specifici movimenti, ripetuti troppe volte. Proprio per questo, la pubalgia interessa soprattutto gli atleti, professionisti e non. I più soggetti sono i calciatori: le cause della pubalgia trovano infatti perfetta applicazione nei gesti tecnici tipici di questo sport, come gli scatti, i calci e i dribbling. Per questo chi gioca a calcio deve stare maggiormente attento ai sintomi e alle avvisaglie di questa dolorosa sindrome.

        Trattamento e cura della pubalgia

        Come curare la pubalgia? Sicuramente, anche l'atleta più determinato dovrà rassegnarsi: è richiesto un periodo di riposo. I tempi di recupero della pubalgia e, quindi, la lunghezza del periodo di fermo variano a seconda della gravità della sindrome: può trattarsi di circa una settimana come di mesi interi! Per ridurre la sensazione di dolore, è consigliata l'applicazione 2 o 3 volte al giorno di impacchi di ghiaccio e, se prescritta dal medico, l'assunzione di antinfiammatori, anche se l'efficacia di quest'ultima azione è messa in dubbio da numerosi esperti. Parallelamente a questo, ricopre un'importanza fondamentale l'approccio fisioterapico: nel trattare la pubalgia si mostrano infatti estremamente efficaci la terapia con onde d'urto e la laserterapia. Per ridurre i tempi di recupero, oltre alla terapia fisica, è necessario farsi seguire da un fisioterapista con il quale effettuare esecizi di rinforzo per migliorare la tolleranza al carico del tendine interaessato. Infine, un ultimo accorgimento per liberarsi della pubalgia è lavorare sulla propria postura: a questo scopo possono rivelarsi davvero utili degli esercizi con la pedana propriocettiva.
        F. Benazzo, F. Cuzzocrea,M. Mosconi, G. Zanon, "La pubalgia del calciatore". L. Busquet, "LE CATENE MUSCOLARI VOLUME III - La Pubalgia".

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