Gli infortuni e la guarigione

La Crioterapia: cos’è e a cosa serve

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I campioni dello sport l'hanno resa famosa, ma a cosa serve davvero la crioterapia? Scopriamo cosa può fare per te!

Cos'è la crioterapia?

La CRIOTERAPIA è un particolare tipo di terapia che fa uso del ghiaccio: il trasferimento tra quest'ultimo e il corpo avviene per mezzo di un meccanismo di conduzione e porta a un abbassamento generale della temperatura corporea.
L'utilizzo della crioterapia è stato documentato per secoli, dagli antichi Egizi a Napoleone, in tutti i tipi di “medicina” sparsi per il mondo. A differenza di altre pratiche mediche antiche che con il passare degli anni sono risultate inefficaci, la crioterapia o “terapia del freddo” ha resistito alla prova del tempo. In realtà, è tutt'oggi ampiamente raccomandata per una vasta gamma di lesioni e condizioni di salute.
A ogni professionista della sanità suona familiare l'acronimo RICE (dall'inglese Rest, ICE, Compression, Elevation ovvero riposo, ghiaccio, compressione ed elevazione), anche se attualmente e stato aggiornato con PRICE anteponendo la parola Protection. In particolare, tale acronimo è noto a coloro che lavorano regolarmente con gli atleti.
La parola RICE è rimasta sempre la stessa, il tipo di approccio è variato nel corso degli anni, soprattutto per quanto riguarda la modalità di applicazione della seconda lettera I (ICE). Per esempio, alcuni dei modi abituali per applicare il freddo comprendono:

  • ghiaccio/impacchi freddi - Un impacco di ghiaccio è posto sulla zona lesa per un tempo variabile dai 10 ai 20 minuti, ripetendo ogni poche ore.
  • bagni di ghiaccio - Il paziente è parzialmente o completamente immerso in acqua ghiacciata, tipicamente tra 12 e 15° C, ma anche a temperature più basse fino a 6-7° C, per 5-20 minuti.
  • bende elastiche refrigeranti (e non) sono spesso utilizzate per applicare la compressione statica e/o dinamica, contribuendo a controllare l'eventuale edema o gonfiore. La crioterapia e la compressione (sia statica che dinamica) sono spesso combinati per migliorare i benefici della crioterapia, favorendo una maggiore copertura e una maggiore penetrazione grazie alla compressione (Kanlayanaphotporn R, et al., 2005 - McGeown JG, et al., 1987 e 1988 – Johanssom K et al., 1998).
  • crioterapia iperbarica gassosa – Sulla zona interessata viene applicata anidride carbonica CO2 pressurizzata a -78° C per ridurre la temperatura senza causare dolore (Schaser K-D, et al., 2006).
  • camere criogeniche - la camera apposita, usata come alternativa ai bagni di ghiaccio, viene raffreddata con azoto liquido a -120 ° C e il paziente passa al suo interno pochi minuti per abbattere la temperatura media della cute, senza però interessare la temperatura interna (Lee JE et al., 2005).

Crioterapia: come funziona?

La crioterapia è da molto tempo riconosciuta come una modalità benefica di trattamento post-trauma.
Si verifica innanzitutto una profonda vasocostrizione locale in risposta all'applicazione della crioterapia, quindi un effetto analgesico a breve termine, con una riduzione dell'attività enzimatica metabolica e infine la diminuzione della richiesta di ossigeno da parte delle cellule (Bleakley C. et al., 2004).
L'effetto analgesico della crioterapia è stato attribuito a una combinazione di una ridotta produzione di mediatori del dolore e una più lenta propagazione dei segnali del dolore neurale (Slauson DO. et al., 2002). Il Range di Movimento articolare (ROM) è migliorato attraverso la soppressione dell'afferenza del fuso muscolare eccitatorio.
Inoltre è stato scoperto che l'applicazione della crioterapia riduce il numero di leucociti che aderiscono alla superficie endoteliale di un capillare, il che si traduce in una minore migrazione nei tessuti dei leucociti, i quali svolgono un ruolo centrale nella risposta infiammatoria alla lesione dei tessuti molli (Lee H. et al., 2005).
I risultati di diversi studi scientifici, in breve, suggeriscono che la crioterapia riduce la disfunzione endoteliale post-trauma, che alla fine riduce l'intensità della risposta infiammatoria (Schaser K-D., et al. 2006 e 2007).

A cosa serve la crioterapia

Per capire davvero a cosa serve la crioterapia, proviamo a elencarne i vari effetti invece che soffermarci solamente sul risultato analgesico finale.
Sul metabolismo del tessuto lesionato la crioterapia provoca:

  • una diminuzione della temperatura tissutale associata a una diminuzione del metabolismo di questo tessuto
  • a diminuzione del metabolismo facilita una riduzione del danno tissutale secondario alla lesione infiammatoria presente in fase acuta
  • alcuni protagonisti del processo infiammatorio e riparativo, istamina e collagene, diminuiscono la loro attività durante l'applicazione di crioterapia.

Sul sistema neuromuscolare grazie alla crioterapia si ottiene:

  • Anestesia locale con conseguente diminuzione della velocità di trasmissione degli impulsi
  • Aumento dell'energia di contrazione e conseguente ritardo dell'insorgenza della fatica
  • Una diminuzione dello stato di ipereccitabilità dei muscoli spastici
  • Con un raffreddamento a lungo termine si provoca anche una paralisi parziale.

Quando ricorrere alla crioterapia

La crioterapia è indicata in tutti quegli stati di infiammazione acuta derivante da qualsiasi tipo di trauma, come:

  • lacerazioni
  • contusioni
  • distorsioni
  • stiramenti muscolari, tendinei e legamentosi
  • mialgie e spasmi muscolari
  • nel trauma post chirurgico (specialmente se si tratta di un intervento a carico dell’apparato muscolo-scheletrico) e nella chirurgia estetica.

La crioterapia trova i maggiori benefici nei casi di traumatologia entro le prime 48-72 ore dal trauma e fino a che sono ancora evidenti i segni tipici della fase infiammatoria acuta:

  • 1. RUBOR (rossore),
  • 2. CALOR (calore),
  • 3. TUMOR (gonfiore),
  • 4. DOLOR (dolore).

La crioterapia viene impiegata anche nel trattamento di:

  • Traumi recenti: la vasocostrizione, indotta dalla crioterapia, riduce lo stravaso ematico nei tessuti traumatizzati e impedisce l’espandersi dell’edema.
  • Postumi di traumi: la crioterapia è in grado di attenuare il dolore, la contrattura muscolare riflessa e l’edema post-traumatico.
  • Borsiti, artrosinoviti, tendinite: La crioterapia, grazie alla sua azione antiflogistica e antalgica, risulta molto efficace nel trattamento delle borsiti, artrosinoviti e tendinite in fase acuta.
  • Artropatie infiammatorie: i segni dell’infiammazione vengono attenuati dalla crioterapia nelle malattie reumatiche a impronta infiammatoria.
  • Spasticità muscolare: il raffreddamento muscolare riduce l’ipertono muscolare nei soggetti spastici e prepara il terreno all’intervento fisioterapico-chinesiterapico.

Il freddo può essere alternato all’applicazione del caldo in occasioni in cui la normale circolazione venosa è compromessa, come durante la fase subacuta o cronica di alcune condizioni traumatiche e infiammatorie. Applicazioni alternate di caldo e di freddo, producendo rispettivamente vasodilatazione e vasocostrizione, determinano un incremento del flusso sanguigno nella parte trattata.

Effetti collaterali e controindicazioni della crioterapia

Pur essendo una terapia efficace e sicura se eseguita correttamente e da mani esperte, la crioterapia può causare effetti collaterali quali:

  • arrossamento dell'area trattata
  • gonfiore
  • comparsa di piccole bolle sierose o siero-ematiche
  • discromie cutanee (in caso di esposizione al sole precoce)
  • ustioni.

Nella maggior parte dei casi i sintomi sono di lieve entità e breve durata. Sono rarissimi i casi in cui l'applicazione della crioterapia deve essere moderata o vietata, come nei soggetti ipersensibili al freddo e nei pazienti affetti da arteriopatie, poiché potrebbe aumentare l'ischemia tissutale, e nei soggetti affetti dalla malattia di Raynaud.

La Nostra Proposta: Criosix

Le ultime tendenze in riabilitazione hanno visto un prepotente ritorno dei principi legati alla terapia del freddo visto la facilità di applicazione e l'assenza in pratica di controindicazioni. Sixtus Italia con Criosix ha immesso sul mercato un dispositivo che permette di abbinare alla classica terapia ad ultrasuoni, una terapia criogenica. E’ noto come questa apparecchiatura fisioterapica abbia avuto il suo primo impiego nella riabilitazione sportiva, nella quale il recupero di un atleta è stato reso più rapido ed efficace grazie alle caratteristiche funzionali della crioultrasuono terapia, che permette di trattare sia infortuni recenti sia in stato infiammatorio acuto e sub acuto. Successivamente l’apparecchiatura ha preso campo anche nella riabilitazione classica dando ormai da dieci anni a questa parte un importante supporto terapeutico agli operatori, trovando un impiego sempre più frequente e risolutivo. Criosix è caratterizzato due testine da 1 MHZ e 3 MHZ che possono erogare ultrasuoni in modalità continua, pulsata o intermittente: una testa è in grado di erogare contemporaneamente un’onda ultrasonica ad 1 Mhz, la seconda un’onda ultrasonica a 3 Mhz. Le testine inoltre hanno la particolarità che possono essere raffreddate fino a una temperatura di 8 gradi sotto lo zero. Questa sinergia operativa può sfruttare l’effetto meccanico e biologico degli ultrasuoni in ambito fisioterapico, anche in patologie in fase acuta, aggiungendo una crioterapia cellulare che comporta non solo effetto antalgico e antiinfiammatorio, ma anche reazioni vasomotorie di costrizione e dilatazione.

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